Accade così, un giorno capisci che decidere di prendere una direzione, se sei seduto in carrozzina, non è solo una questione di puro movimento. Prendere una direzione è più lanciarsi nel vuoto. Anche per me è arrivato questo momento: ho scelto dove andare, ho deciso di prendere la patente per regalarmi una nuova autonomia ed aggiungere 4 ruote alla mia carrozzina.
La decisione non è stata semplice, in fondo è come uscire da una zona di comfort, dove sei sempre stato in compagnia di chi ti accompagnava e guidava la tua carrozzina. Invece, salto e via, apro un nuovo capitolo della mia vita e mentre cerco di imparare le precedenze negli incroci facendo meno errori possibili nei quiz, metto le 4 frecce e vi racconto cosa sto combinando con “Pepitosa in carrozza”.
Prendere la patente per chi ha forme e misure come le mie è una maratona corsa in ginocchio: dispendiosa sia a livello psico-fisico grazie al peso della burocrazia che a livello economico per le visite preventive di idoneità ed il noleggio dell’auto per effettuare le guide.
Per questo motivo e perché vorrei che questa autonomia non fosse d’elite, ho pianificato un progetto di comunicazione che possa essere utile a molti. E’ un’idea in divenire, è un percorso a tappe, ma è soprattutto un progetto editoriale.
Sono una viaggiatrice non solo perché vivo su ruote ed è facile spostarmi, ma amo viaggiare per vedere e raccontare il bello.
Certo, chi non è totalmente autonomo deve programmare meglio gli spostamenti e mi sono accorta che non esiste un luogo sul web o cartaceo che raccolga tutte le info per non avere sorprese su barriere ed ostacoli di qualsiasi tipologia.
Con “Pepitosa in carrozza” vorrei creare una nuova forma di turismo accessibile: offline ed online. Il collante di tutto ciò è l’automobile, molto normale esteticamente, ma futuristica al suo interno, che mi permetterà di guidare, salire e scendere rimanendo seduta sulla mia carrozzina a motore.
Raggiungerò le mete con l’auto, che diventerà la cabina di regia allestita per foto e dirette, aperte alle interazioni di chi vorrà seguirmi in quest’impresa e dove farò salire a bordo persone e personaggi con cui mi propongo di dare un nuovo significato al termine “accessibile”: a livello fisico, mentale e sociale, cercando di sdoganare anche qualche tabù.
Al mio rientro, dopo il ritorno a casa e nel post viaggio, farò di questa esperienza del materiale prezioso con cui scriverò le guide delle città, prendendo in considerazione itinerari, hotel, ristoranti, trasporti ed eventi culturali, raccontandoli a 360° e votandoli “con le ruote”.
Per rendere tutto questo possibile ho infine deciso di aprire una raccolta fondi attraverso il crowdfunding Il 15 giugno è partita la raccolta fondi che durerà 40 giorni. Mi aiutate?
L’autonomia è un diritto, non un regalo.