Quante volte ci rendiamo conto di non farcela e andiamo in crisi d’ossigeno perché la nostra vita è sempre troppo, solo che noi la vediamo troppo declinata al negativo.

Alziamo lo sguardo, togliamo la concentrazione da noi stesse per un minuto. In questo minuto di lettura, cerchiamo di guardare oltre, a ciò che ci circonda e impariamo, oltre che a guardare a chiedere aiuto, perché la sconfitta non è chiedere, ma vergognarsi di farlo.

Oggi non voglio darvi notizie o spiegarvi qualcosa di particolare, piuttosto voglio raccontarvi un vademecum speciale di comunicazione, da utilizzare da tutti prima di rivolgersi alle persone con disabilità.
C’è bisogno di farlo perché siamo sempre abituati a trattare le persone con disabilità tutte nello stesso identico modo pensando di trovarci davanti ad un bivio: il disabile “pezzo di pane”, una persona geneticamente mansueta, sorridente che non si pone mai in modo sgarbato, che nella vita si accontenta di sopravvivere tra pacche sulle spalle, baci e carezze sulla testa.
Oppure si ha la sfortuna di incontrare il “disabile giustiziere” eternamente arrabbiato col mondo, che tenta di colpevolizzare le autorità, Dio e l’universo per la sua condizione. E’ sempre negativo, in gabbia di se stesso.
Svelati i due esemplari di disabili che l’immaginario collettivo tende a coltivare, c’è da porre attenzione anche sull’atteggiamento col quale ci approcciamo alle persone con disabilità.?
Non che serva un vademecum di buona educazione, ma è meglio dare una scossa ai neuroni altrui per non fallire la missione.
Vi racconto i miei 5 punti fondamentali da rispettare per non fallire e soprattutto per non collezionare figure di dubbia riuscita.

Vedemecum in 5 punti

CONTATTO:

applichiamo ciò che abbiamo imparato fin da piccoli, sperando di aver avuto genitori bravi nell’insegnarci ad includere più che a distinguere. Approcciarsi con una persona diversamente abile non abbassa le regole della buona educazione come ad esempio prendersi la libertà di dare del “tu” anche se non c’è stato mai rapporto. Il cambio di altezze tra una persona, ad esempio, in carrozzina e una persona normodotata non implica il successo di un’amicizia o un rapporto condotto a forza. Mentre parlate dimenticatevi di accarezzare la testa se volete un contatto fisico, è già fastidioso per molti quando toccate mani o braccia, toccare il capo è un segno di sottomissione che non compete a nessuno.

NO CARITA’:

aver a che fare con una persona diversamente abile non è un trofeo da mettere in bella vista, non è una conquista, ma un valore aggiunto per conoscere un nuovo mondo. Non sentitevi in diritto di gestire la vita altrui improvvisandovi abili salvatori, non rendetevi elemosina e non fate mai pesare la vostra presenza. Siamo diversamente abili non tonti.

VEDERE vs GUARDARE:

le parole sono sempre importanti, lo sappiamo. Fateci caso anche ai sinonimi: vedere è diverso da guardare pur utilizzando lo stesso senso, la vista. Evitate di incollare il vostro sguardo quando incontrate qualcuno che, secondo voi, è diverso. Non siate inviati speciali della vostra curiosità sparando a raffica domande poco carine cercando di indagare e appagare la vostra curiosità. Passo dopo passo, come con chiunque, se nascerà un qualsiasi tipo di rapporto arriverete a raccontarvi del perché, del come e del quando la vita è cambiata.

ENTITA’ CELESTI:

gli angeli esistono solo per chi ha un determinato credo, le persone rimangono sempre e solo persone, per tutti. Le persone diversamente abili non sono una razza celeste, non siamo santi a prescindere, non invochiamo al miracolo e non tutti vedono nella religione un modo di galleggiare nella sfiga.

NORMALITA’:

respirate nelle situazioni, in tutte, anche in quelle che escono dalla vostra routine. Basterà agire con normalità accendendo tutti i neuroni prima di aprire bocca, rimanendo a vostro agio, ascoltando e lasciando vivere in libertà il prossimo. Le mummie lasciamole all’Egitto, non imbalsamatevi, respirate: inspirate ossigeno, espirate realtà.
Questi 5 punti non si devono trasformare in una strada da perseguire a senso unico. Prendete spunto.
NB: Le persone menzionate non sono state maltrattate per scrivere questo pezzo.
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Autore Tutte le news

Pepitosa

Quattro ruote sono sempre meglio di 2, è fisica, è velocità, è voglia di non rimanere fermi mentre tutto ci scorre davanti. Vi porterò così, a spasso per il mondo, in questi mesi, con me e la mia carrozzina, per raccontarvi un altro mondo o meglio un aspetto di uno stesso mondo che tutti condividiamo. Lo farò a 360° raccontandovi tra il serio e l'ironico una vita vissuta "comodamente seduta", ma mai ferma.
Di breve non ho nemmeno il nome e cognome. Scrivo a caso, ma racconto tutto. Il foglio dice giornalista, il cuore batte ribelle. Il rossetto perfettamente indossato e i capelli all’ultima moda. Una principessa eternamente seduta con lingua biforcuta, cervello ad ingranaggi, social dipendente, giornalista per vocazione, comunicatrice ribelle per terapia. Faccio la Blogger senza fashion, mettendo in fila parole, emozioni e sorrisi.

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