Disabilità e sport: il connubio vi è forse più famigliare a partire dalle scorse olimpiadi, quando molti atleti paralimpici italiani ci hanno resi orgogliosi con le loro medaglie.
Per loro lo sport ha costituito una chiave di volta, una occasione per mettersi in gioco, per leggere la propria disabilità come un punto di forza e trovare nuovi stimoli ogni giorno fino a conseguire il più importante traguardo sportivo al mondo.
Ma cosa accade nelle provincie italiane? Quale rapporto c’è tra la disabilità motoria e lo sport dei più piccoli?
A chiederselo è stato Costantino Perna, imprenditore e fondatore di Lab 3.11, azienda che si occupa di progettare, sviluppare e costruire ausili per disabili pensati propriamente per lo sport.
Costantino, ci racconti come è nata l’idea di sviluppare ausili per disabili pensati specificatamente per lo sport?
L’idea è nata nella camera 11 al terzo piano dell’Unità Spinale di Torino. Da qui il nome del brand “Lab 3.11” . Avendo vissuto sulla mia pelle la difficoltà quotidiana che la disabilità impone, ho deciso di creare prodotti in grado di permettere ai disabili di liberare le proprie energie, rimettendosi in gioco proprio a partire dallo sport.
In Lab 3.11 è nato un prodotto rivoluzionario, ci parli di Energy?
Sì, Energy nasce dalla volontà di mettere nelle condizioni di poter fare sport tutti i bambini con disabilità motoria. Per un bambino disabile vedersi esentato dall’educazione fisica sin dal primo giorno delle elementari, così come oggi regolarmente accade, significa infatti essere escluso da un’attività fondamentale per la sua crescita. Dal mio punto di vista, per lui, lo sport rappresenta un’opportunità irrinunciabile, un’occasione per mettersi in gioco, per socializzare e per iniziare un percorso di autonomia. Energy vuole essere lo strumento per realizzare tutto questo, è una sedia a rotelle in grado di crescere con il bambino e di consentigli di svolgere attività fisica.
Hai proposto questo prodotto nelle scuole?
Sì, ho proposto la predisposizione di una sedia a rotelle Energy nelle classi in cui fosse presente un disabile. La scuola alla quale mi sono rivolto, l’istituto Sofonisba Anguissola di Cremona, ha ritenuto questo prodotto idoneo alla realizzazione di un progetto scolastico con Fondazione Mondo Digitale. Il progetto ha partecipato alla scorsa edizione della Global Junior Challenge, un concorso internazionale che premia idee e tecnologie innovative, arrivando tra i finalisti.
Il dirigente scolastico Flavio Arpini dell’istituto coinvolto ha poi portato l’idea all’attenzione del provveditore e permesso la creazione di un protocollo d’Intesa tra l’Ufficio Scolastico Territoriale di Cremona, il Liceo Scienze Umane Economico Sociale “Sofonisba Anguissola”, l’istituto di Istruzione Superiore “Straffa” di Cremona ed il Centro Territoriale di Supporto della provincia di Cremona.
Tutto ciò ha permesso di implementare, per il momento, la presenza di Energy in tre classi all’interno di due istituti.
Come sta andando il progetto?
Il progetto sta andando meglio di ogni previsione. I disabili hanno iniziato a fare sport a scuola e due di loro hanno iniziato anche a frequentare corsi sportivi per normodotati anche al di fuori delle mura scolastiche. La sedia gli ha permesso di conoscere l’attività sportiva, di coltivare una nuova passione.
Ma devo ammettere che forse non è questo il più grande successo di Energy…
E qual è?
C’è un aspetto che ignoravo nell’organizzazione scolastica: i bambini disabili non fanno l’intervallo, ovvero non vengono spostati dalla classe e spesso l’insegnante chiede ai compagni di fare a turno per fare compagnia al bambino in sedia a rotelle. Questo ci ha spinto a dotare le classi di altre due sedie.
E cosa è successo?
I bambini fanno a gara per aggiudicarsi le sedie a disposizione e giocare alla pari con il bambino disabile. Le sedie in aggiunta, essendo uno strumento tanto performante quanto sicuro, hanno creato inclusione anche al di fuori dello sport.