L’ apnea notturna è una condizione medica caratterizzata da una respirazione che si interrompe in maniera ciclica, durante il sonno.
Ciò accade perché le vie aeree vengono ripetutamente bloccate, in seguito ad una ostruzione totale o parziale, a causa del collasso del tessuto nella parte posteriore della gola.
Queste interruzioni respiratorie temporanee privano il cervello e l’organismo in toto di ossigeno, portando al risveglio.
Tale condizione può accadere più volte durante la notte, inducendo un sonno di scarsa qualità.
La privazione cronica del sonno causata dall’apnea notturna può poi provocare sonnolenza diurna, riflessi lenti, scarsa concentrazione ed un aumento del rischio di incidenti.
L’apnea notturna può dare origine anche sbalzi d’umore, irritabilità e persino depressione.
Questa condizione può colpire bambini, adulti e persone di entrambi i sessi, sebbene sia più comune negli uomini.
Poiché l’apnea notturna è molto diffusa ed esercita un potenziale impatto sulla salute, è fondamentale essere consapevoli di cosa sia e di come poterla gestire.
Che cos’è l’apnea notturna?
E’ una patologia che determina l’interruzione del respiro e che si definisce secondo tre livelli incrementali: si ha apnea quando l’interruzione del respiro va dai 10 secondi e meno di 3 minuti; si ha ipopnea, quando si ha una riduzione parziale del respiro; si ha il RERA (Respiratory Effort Related Arousal) quando c’è limitazione della respirazione con progressivo aumento dello sforzo respiratorio, seguito da un repentino sblocco.
Si parla infine di sindrome delle apnee ostruttive nel sonno quando il numero di apnee è uguale o superiore a 5 episodi per ora, oppure quando si ha almeno un numero di eventi uguale o superiore a 15 accompagnati da evidenti sforzi respiratori.
La diagnosi
La diagnosi si basa prima di tutto sui sintomi riferiti dal paziente e dal partner.
Il medico, in caso di sospetto, può sottoporre il soggetto a misurazioni strumentali di vari parametri attraverso la polisonnografia, la poligrafia respiratoria, l’elettrocardiogramma o l’elettromiografia degli arti.
Il trattamento
Ai pazienti che soffrono di apnee notturne viene consigliato di dormire sul fianco; perdere peso se obesi o in sovrappeso; ed evitare alcolici e sonniferi.
I trattamenti farmacologici prevedono invece il trattamento chirurgico per la correzione del setto nasale deviato o delle tonsille ipertrofiche ed il ricorso a ventilatori a pressione positiva.
I ventilatori a pressione positiva
I ventilatori a pressione positiva non invasiva, comunemente conosciuti come CPAP-APAP, applicano, attraverso l’utilizzo di maschere esterne, una pressione continua nelle vie aeree in tutte le fasi della respirazione (riposo, inspirazione ed espirazione). Sono indicati per le apnee notturne (OSAS), per il trattamento di vari disturbi del sonno e nella terapia di recupero dei pazienti COVID.
I modelli tradizionali di CPAP prevedono un flusso d’aria a pressione costante, mentre i modelli Auto-Cpap sono in grado di modificare automaticamente il livello di pressione erogata, entro un range definito dallo specialista, in risposta alla variazione di flusso (apnee/ipopnee o limitazione) e/o all’intensità del russamento.
Solitamente sono impiegati dai pazienti che non riescono ad adattarsi al trattamento con CPAP o da pazienti OSAS con apnee/ipopnee che si manifestano in alcune fasi del sonno.
Tra le caratteristiche delle CPAP più evolute vi è la presenza di un umidificatore, grazie al quale rendere la terapia molto più confortevole; e di una microSD su cui registrare i dati della terapia durante l’utilizzo, per renderli accessibili al medico.
Le soluzioni per la terapia del respiro a marchio Kyara di Moretti SpA
I dispositivi di ventilazione a pressione positiva a marchio Kyara di Moretti SpA prevedono sia funzioni direttamente consultabili dal paziente che funzioni programmabili dal medico.
I pazienti possono immediatamente consultare il valore AHI, che indica il numero di apnee e ipopnee per ora; il numero di ore di lavoro complessive e del dispositivo nell’ultima sessione, ed il numero di ore di terapia che il paziente ha ricevuto nell’ultima sessione.
I ventilatori registrano anche la pressione media dell’ultima terapia (cmH2O/hPa), la perdita media d’aria al minuto dell’ultima terapia (L/min) e la P90, ovvero la pressione per il 90% dell’ultima terapia (cmH2O/hPa).
Il medico può invece impostare l’unità di pressione cmH2O o hP e tutti i valori pressori delle 2 differenti modalità di lavoro.
Può regolare: il Livello FPS (Flow Pressure Synchronism), così da facilitare la respirazione permettendo di ridurre la pressione di 1 cmH20 quando l’apparato rileva l’espirazione da parte del paziente; il tempo di rampa, progettato per rendere più confortevole l’inizio della terapia; e regolabile da 0 a 45 minuti con un incremento di 5 minuti; e l’umidificatore.
L’umidificatore è progettato per inumidire l’aria e per rendere la terapia molto più confortevole, eliminando il problema della secchezza del tratto respiratorio.
Quali precauzioni tenere a mente nell’utilizzo dei ventilatori a pressione positiva?
I ventilatori a pressione positiva sono utili supporti per il trattamento delle apnee notturne o per il trattamento dei pazienti in fase di recupero post COVID.
Possono essere utilizzati agevolmente sia in ospedale che in ambito domestico, previo consenso ed impostazione da parte del medico.
E’ bene ricordare che sono supporti destinati a pazienti in grado di respirare autonomamente e che la presenza di un umidificatore rende la terapia molto più tollerabile.