La ricerca dell’autonomia per una vita indipendente è come la ricerca della felicità, spesso sono i piccoli passi o le piccole conquiste che ti fanno decretare la vittoria.
Questa ricerca è sempre soggettiva e varia da persona a persona, anche in base ai propri obiettivi, però non fatevi portare fuori strada dal titolo, la ricerca di un’autonomia per una persona disabile è una continua sfida con se stessi in un mondo che sa essere perfetto come terreno accidentale, con gli ostacoli quotidiani che sono da superare per svolgere anche l’azione più stupida.
Personalmente non ho ancora conquistato medaglie d’oro in questa disciplina che non ha niente di olimpico ma con la mia carrozzina cerco di lasciare orme che si possono trasformare in rotaie utili per chi vive la mia stessa condizione. E lo faccio raccontando la mia esperienza.
L’esperienza di Valentina Tomirotti
35 anni di vita su una carrozzina ti portano ad avere una certa dimestichezza con gli spazi quotidiani: dalla scuola, alla casa, all’ufficio o i luoghi di svago. La mia condizione, ad esempio, non mi consente di essere autonoma nemmeno nello spingermi con una carrozzina manuale, avendo gli arti superiori corti non arrivo comodamente alle ruote. Sembrerà una sciocchezza, ma essere consapevoli di dover condividere una vita sempre con qualcuno al fianco (dietro in questo caso) non è sempre una questione facile da accettare, è uno spazio vitale limitato. Poi, improvvisamente, ho capito che la parola autonomia non potevo usarla se non ci mettevo impegno, se continuavo ad adagiarmi in funzione degli altri. Non è stata una decisione immediata, ma ho capito che l’unica soluzione per alzare l’asticella ed ambire a spostarmi in modo autonomo era acquistare una carrozzina a motore.
Basta poco per cambiare la vita, cambia tutto, ora sì che ho facoltà di dire di essere autonoma: posso spostarmi liberamente quasi ovunque e non serve una patente, ma solo dimestichezza col joystick.
La carrozzina a motore
Il passaggio da una carrozzina manuale super leggera ad una a motore, nel mio caso, è stato un salto di qualità, perché mi ha permesso di uscire in autonomia, anche solo per passeggiare, per vivere gli spazi con maggiore libertà, per assecondare i miei gusti senza dover sempre scendere a compromesso con le esigenze delle persone accanto a me.
Certo, anche le carrozzine a motore hanno i loro limiti, ad esempio è importante tenere a mente che non si possono piegare o trasportare con facilità (ne esistono pochissimi modelli pieghevoli e non sono così maneggevoli) e che se si vuole utilizzarla come sostituta di quella manuale, per compiere lunghi tragitti, occorre munirsi di un auto dove poterci salire rimanendo seduti sulla carrozzina.
Inoltre, non essendo richiudibile, non entra in ogni tipo di auto e questo può comportare qualche limitazione ai rapporti sociali, siano questi con amici, fidanzati etc
Scegliere di compiere questo passaggio porta sicuramente un beneficio emozionale, ma comporta un cambiamento di vita e gli aspetti positivi o negativi variano in base ad ognuno di noi, a cosa siamo disposti a sacrificare in cambio di qualcosa d’altro.
Riuscire a diventare autonomi o conquistarne un livello maggiore, è un passo verso l’abbattimento di barriere architettoniche fisiche e mentali alle quali qualsiasi persona dovrebbe ambire per definire vita la propria esistenza.